C’è la Storia e ci sono le storie. La Storia è quella che si studia sui libri ed è fatta di battaglie, di imperi che si formano e vanno in rovina, di successioni dinastiche, moltitudini di uomini, che lottano contro le ingiustizie, di rivoluzioni che si chiamano tali quando riescono vittoriose, altrimenti si chiamano rivolte… Le storie invece non si trovano nei libri: sono le storie di ciascuno di noi e chi vuole ricordarle fa fatica. Le tracce che lasciano sono “piccole tracce”, come quelle dei bambini delle fiabe, che si inoltrano nella foresta e segnano il sentiero con briciole di pane o sassolini, per assicurarsi il ritorno a casa, e a casa non tornano solo se il vento levatosi dispettosamente spazza via briciole di pane o sassolini. […] La psicoanalisi ci aiuta a sconfiggere questo vento e a [sognare] la nostra storia personale: per conservarla dentro di noi, in quel luogo in cui tutto ciò che [è stato pensato insieme] è terribilmente puro e [può essere, se lo vogliamo, comunicato]. Tratto dalla prefazione alla collana che include il libro di Giovanni Hautmann, “Funzione analitica e mente primitiva”, ed. ETS, Pisa, 2002.